La repubblica dei cuochi
Una volta si chiamava «far da mangiare»: era un’attività a conduzione familiare. Poi si cominciò a dire «cucinare», a chiamare il cibo «food» e i cuochi «chef». E fu destrutturato, e fu impiattato, e fu una religione con rituali dai nomi strani ma familiari anche ai miscredenti: il culto è così pervasivo che gli atei sanno a memoria la liturgia dei «servito nel suo letto di». In televisione si spadella a tutte le ore, cerchiamo l’etichetta «biologico» come fosse un Graal, e se non conosci il pistacchio di Bronte non puoi avere una conversazione intellettualmente rispettabile. Come abbiamo fatto a ridurci così?
Una volta si chiamava «far da mangiare»: era un’attività a conduzione familiare. Poi si cominciò a dire «cucinare», a chiamare il cibo «food» e i cuochi «chef». E fu destrutturato, e fu impiattato, e fu una religione con rituali dai nomi strani ma familiari anche ai miscredenti: il culto è così pervasivo che gli atei sanno a memoria la liturgia dei «servito nel suo letto di». In televisione si spadella a tutte le ore, cerchiamo l’etichetta «biologico» come fosse un Graal, e se non conosci il pistacchio di Bronte non puoi avere una conversazione intellettualmente rispettabile. Come abbiamo fatto a ridurci così?
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