Cassoeula
Ingredienti:
verze 1kg. a persona
costine, almeno 3 a persona
cotenne e musetto 1 pezzo a persona
verzini 1 a persona
pancetta quadra
concentrato di pomodoro
vino bianco
sale
pepe
pepe
In Brianza non c’è giorno dei morti, senza il profumo della cassoeula.
Ieri usciva dai cortili, oggi esce dai palazzi e rimane il piatto che rappresenta di più la tradizione brianzola
Come tutti i piatti tradizionali, ogni cuoco ha la propria ricetta.
Io la cucino utilizzando la ricetta dettatami da mia madre, che per me rimane una delle migliori.
Diceva mamma Pina:
se la cassoeula si mangia ai morti, si deve cucinare ai santi.
Le verze non devono disfarsi, ma devono essere riconoscibili e leggermente croccanti.
Niente verdure, ma concentrato di pomodoro e un po’ di pancetta quadra per far rosolare le costine.
Abbondare con le costine, perché a non tutti piacciono cotenne e musetto.
Pulire le verze, spezzando a metà le foglie.
In un largo tegame far rosolare la pancetta tagliata a cubetti, aggiungere le costine, bagnare con vino bianco secco e sfumare.
Quando saranno rosolate, coprire con le verze e iniziare la cottura a fuoco lento, rimestando man mano per non farle attaccare.
A metà cottura aggiungere sale, pepe e concentrato di pomodoro.
In una pentola far lessare il musetto e le cotenne così che perdano il grasso tenendole leggermente al dente.
Finire la cottura, unire il musetto e le cotenne e lasciar riposare per tutta la giornata.
La cassoeula non deve risultare troppo bagnata per non far appassire le verze.
Il giorno dopo, riscaldare a fiamma lentissima e a parte far cuocere i verzini.
Impiattare accompagnando con abbondante polenta e vino rosso leggero: ottimi la bonarda o una barbera leggermente frizzante.
E mi raccomando, mangiatela in compagnia!
Concludere il pranzo con una buona fetta di torta di latte: ma questa è un’altra ricetta.
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